
Conosciamo la storia del Patchwork n°2
- Posted by Nadia Bove
- On 25 Settembre 2020
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- Appliquè, Geometrico, Hawaiano, Le Molas, Patchwork, Seminole
Continuiamo il viaggio alla scoperta del mondo del Patchwork.
Quasi sempre, quando si parla di Patchwork, l’idea che abbiamo è quella della “Casa nella prateria”, in effetti molto nasce da lì, ma non solo. Quello che prima era un esigenza oggettiva si trasforma nel tempo in una vera e propria forma di arte. Il Patchwork cambia ed evolve con l’avvento della macchina da cucire, con la possibilità di reperire materiali, con la creazione di strumenti innovativi per facilitare e velocizzare il lavoro; se prima era relegato tra i lavori domestici e come unica forma espressiva che avevano le donne, ora si eleva come forma e forza espressiva, di impatto e comunicativa. Per fare un esempio: quando coloni e soldati si trasferirono a ovest, i nativi americani erano affascinati dai manufatti dei bianchi e dalle trapunte utilizzate per i letti e quando i missionari introdussero le macchine da cucire per “civilizzare” i nativi, acquisita la tecnica, svilupparono un loro modo di fare Patchwork, introducendo simboli e disegni tradizionali cercando di mantenere una loro identità e dignità.
Un esempio è il block “ Morning Star” che le donne indiane delle pianure adattarono alla fine del 1800 dal tradizionale modello ” Lone Star”. I nativi delle pianure erano attenti osservatori della Stella del mattino (Venere) ed usavano rappresentare la stella sulle pelli e sulle tende. Le trapunte Morning Star sono realizzate con una stella a otto punte che riempie la maggior parte della parte superiore della trapunta. Numerosi piccoli pezzi romboidali sono sapientemente assemblati per creare queste stelle.
E’ interessante notare come i nomi dei vari disegni (Block) variano a seconda delle situazione, ricorrenze, eventi , le famiglie tramandano i block inventati ai figli e nipoti creando vere e proprie tradizioni familiari.

Un altro esempio famoso è la “Molas” è una forma di artigianato strettamente legata all’abbigliamento tradizionale degli indios Kuna che abitano le isole di San Blas, provincia di Kuna Yala, Panama. Con la sovrapposizione di strati di tessuto opportunamente ritagliati e cuciti si creano complicati e coloratissimi disegni. Qui invece di aggiungere pezzetti si preparano i vari strati di stoffa opportunamente ritagliati per creare appunto arazzi, coperte, abiti. Forte fonte d’ispirazione è la natura con l’arcobaleno, gli animali, i fiori e le piante anche se soggetti moderni cominciano ad affacciarsi e a mescolarsi ai temi tradizionali.

Fin qui qualche piccola nozione per cercare di farvi capire la vastità dell’argomento e stringendo molto potremmo classificare il patchwork in quattro grandi categorie:
- geometrici, esistono migliaia di schemi di questo genere ogni blocco ha un suo nome e una sua storia particolare;
- applique e baltimora, sono due tecniche simili che però indicano due tipologie di manufatto differenti; il primo viene utilizzato per indicare tutti i manufatti con stoffe sovrapposte che formano dei disegni particolari il secondo indica una serie di schemi in appliqué tradizionali che prendono il nome proprio dalla città (tipicamente cestini o cornucopie che traboccano di frutta e fiori) nella quale sono stati per la prima volta disegnati. I quilt realizzati con questa tecnica vengono chiamati baltimora’s quilt. In entrambi i casi ogni disegno è composto da più pezzi piccoli di stoffa che vengono applicati sul blocco e che insieme concorrono alla realizzazione del motivo finale;
- hawaiani è la tecnica inversa dell’appliqué; in questo genere di manufatti si hanno due o più teli della stessa dimensione e il telo superiore viene ritagliato per la realizzazione dei tipici decori hawaiani per poi essere fissato a sottopunto sul telo inferiore. La differenza con l’appliqué è solo nel procedimento;
- molas tipica degli indiani delle isole dell’arcipelago San Blas (Panama) che vengono eseguiti sovrapponendo più stoffe di colori sgargianti una sull’altra e tagliando pezzo per pezzo per creare un bassorilievo; ogni volta che si fa un taglio si decide a quale colore di stoffa fermarsi e si fissa il tutto a sottopunto.
Continua…
(Fonti storiche e foto prese dal web)
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