Restauro di una cornice in stile barocco
- Posted by Francesca Traversi
- On 30 Marzo 2023
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Il restauro di questa cornice di fine Ottocento ci ha permesso di capire il processo costruttivo paziente e laborioso , degli stuccatori artigiani dell’epoca.
La cornice di cui tratteremo è un manufatto in legno e gesso dorato di cm. 160 x cm. 180 in stile barocco, realizzata nel XIX secolo. La struttura in legno è decorata con ampie volute di foglie d’acanto.
L’uso di realizzare cornici funzionali all’opera pittorica ha sempre seguito lo sviluppo dell’architettura e della scultura del momento, osservando gli stili e le tecniche artigianali o industriali di ogni epoca , soprattutto dal 1500 ad oggi.
Con Gian Lorenzo Bernini, in pieno XVII secolo, il Barocco assunse quella volontà di stupire con una sempre più accentuata elaborazione di motivi decorativi : foglie, conchiglie, cartigli, etc.
Il gusto per la cornice “importante” rimane fino a tutto il XIX secolo. Le tecniche per la creazione di elementi decorativi a tutto tondo così complessi ebbero quindi negli anni un loro particolare sviluppo .
La tecnica della “formatura”, ovvero l’utilizzo di forme e stampi (in gesso, legno o terracotta), già praticata da formatori e stuccatori in architettura (decorazioni, capitelli, etc.) si presta a oggetti asportabili come appunto cornici per quadri o specchi dove replicare decorazioni e fogliami in stucco.
I componenti di queste malte potevano variare a seconda dell’utilizzo ma certamente nel nostro caso, trattandosi di una cornice da interno destinata ad un quadro, è stato utilizzato del gesso cotto. Analisi ripetute su impasti di questo tipo hanno evidenziato come il gesso comunemente utilizzato oggi non abbia le stesse caratteristiche di quello usato in passato di cui gli stessi stuccatori o scultori variavano il grado di cottura via via in base alle esigenze di modellazione.
I danni subiti dalla cornice presa in esame prima dell’intervento, (rotture e mancanze dovute a una caduta) ne hanno messo in evidenza proprio il materiale costitutivo fatto di una malta di gesso e legante organico (colla animale) con frammenti di paglia.
I frammenti vegetali erano usati come “carica” ovvero come sorta di armatura per rendere più stabile l’impasto dello stucco anche in fase di essiccamento ed evitare la formazione di crepe.
Il primo passo per il recupero della cornice è stata la riadesione dei frammenti più grandi distaccati, come il ricciolo centrale sul lato sinistro e la porzione di foglie su un angolo. Per questo è stato necessario l’utilizzo di morsetti a vite per far aderire i frammenti fino alla completa asciugatura della colla.
Le piccole crepe e fessurazioni che risultavano incoerenti, cioè dove la malta in gesso appariva più decoesa, sono state consolidate con colla animale.
Successivamente si è passati alla ricostruzione delle parti mancanti con stucco a base di gesso di Bologna e colla di coniglio.
La superficie presentava depositi polverosi più o meno tenaci che, dopo una prima spolveratura a pennello, sono stati asportati con batuffolini imbevuti di miscela con tensioattivo.
La doratura era scurita da uno strato di gommalacca invecchiata (forse data in passato per “ravvivarla” ) che è stata rimossa con batuffolini ed alcol.
Le ricostruzioni in gesso sono state rintegrate con una base di pigmento bruno rossiccio (colori a vernice per restauro), ad imitazione della preparazione originale e successivamente dorate con oro in pastiglia.
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