Realizzazione di una lampada di vetro artistico con la tecnica Tiffany
- Posted by Cristina Catenacci
- On 21 Settembre 2020
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Voglio raccontarvi come ho eseguito questa lampada da tavolo senza base.
Innanzi tutto è necessario avere un’idea di cosa si vuole realizzare e partire dal disegno, che deve essere il più possibile preciso, infatti anche sbagliare le misure di un solo millimetro può compromettere gravemente il risultato finale.
Premesso questo, io ho pensato a un parallelepipedo rettangolo i cui quattro lati verticali misurano 15×20 cm e la base superiore 15×15 cm…perché cinque lati? Perché la base inferiore non va fatta in quanto appoggia sul tavolo e deve consentire l’alloggiamento della parte elettrica.
Una volta decisa la forma si procede al disegno che, ripeto, deve essere preciso al millimetro! Un solo pezzo più grande o più piccolo, un solo lato perimetrale lievemente fuori asse e sarà lavoro sprecato.
Nel caso di questa lampada ho pensato di decorarla con dei girasoli, fiori splendidi dai colori caldi che trasmettono subito una sensazione di benessere. Ho disegnato il fiore su tre facciate, quella superiore e due delle laterali opposte e parallele, mentre sulle altre due ho disegnato solo le foglie. In questo modo le facciate laterali sono a due a due uguali e contrapposte e solo quella superiore è diversa. Questa progettazione mi ha consentito di preparare solo tre cartoni per cinque facce.
Di ogni cartone serviranno due copie, in quanto una dovrà essere ritagliata e l’altra servirà come base di appoggio per la nostra composizione. In questa fase ognuno può scegliere come procedere, fotocopiando il disegno, ricalcandolo su un piano luminoso o su un foglio di carta da lucido o, ancora, con la carta carbone. Personalmente io utilizzo il lucido.
Ora che abbiamo tutti i cartoni possiamo procedere alla scelta del vetro e, siccome dobbiamo realizzare una lampada, dovrà essere necessariamente un opalescente o colorescente (troverete la classificazione dei vetri artistici in un precedente articolo di questo blog), con qualche piccolissima inserzione di cattedrale o altri trasparenti, altrimenti si vedrebbe la lampadina e la troppa luminosità potrebbe disturbare la vista, oltre a non valorizzare il disegno e i colori.
Preparazione
A questo punto non resta che iniziare il taglio e per farlo abbiamo bisogno dello strumento adatto e cioè di un taglierino per il vetro. In commercio ne esistono molti, dal classico a rotella con il manico in legno, che potete trovare in qualsiasi negozio di ferramenta e va benissimo per i principianti, fino a quelli più costosi che si trovano nei negozi specializzati. Io prediligo quello col serbatoio ad olio e la testina piccola, perché consente tagli efficaci e precisi e si usa come fosse una penna. Qualunque tagliavetro si adoperi bisogna comunque agire con un movimento unico e deciso, esercitando una adeguata pressione, pena l’inefficacia del taglio e il rischio di frattura scomposta del vetro. Pian piano l’esperienza vi aiuterà e scoprirete che ci sono vetri che si tagliano più facilmente di altri, simpatici e antipatici, alcuni decisamente “rognosi”! Ogni pezzo che tagliamo avremo poi cura di rifinirlo con la mola per il vetro, che serve a rendere lisci i bordi, compiendo un po’ la stessa azione della carta vetrata sul legno. Anche durante questo passaggio dobbiamo prestare molta attenzione, basterà infatti una pressione di troppo contro la rotella della mola per cambiare la forma del nostro tassello di vetro o per rimpicciolirlo irrimediabilmente!
Lavorazione
Una volta tagliati e molati tutti i tasselli che compongono il disegno delle facciate, si procede con la nastratura che è propria della tecnica Tiffany. Questa tecnica deve appunto il suo nome a Louis Comfort Tiffany che la inventò alla fine dell’Ottocento e la utilizzò proprio per le sue famose lampade. Consiste nel contornare a forma di U, con un nastro adesivo di rame (che si trova in commercio con il nome di Copper Foil Tape) tutti i pezzi di vetro che compongono la vetrata. Inutile vi dica che anche questo passaggio richiede precisione e concentrazione, come tutte le altre fasi della lavorazione. Il nastro deve aderire perfettamente alla superficie del vetro che deve essere prima pulito da qualsiasi traccia di sporcizia o di grasso, infatti qualora non aderisse, anche la successiva fase di saldatura ne risentirebbe. E’ preferibile procedere a una nuova nastratura, avendo cura di rimuovere il nastro che non avesse aderito, piuttosto che andare avanti, infatti il tassello di vetro potrebbe staccarsi e rovinare l’intero lavoro.
Per saldare si usa lo stagno (si acquista in barrette) che scioglieremo con un apposito saldatore avendo cura, prima di cominciare, di passare a pennello sul nastro di rame la cosiddetta acqua salda, un liquido oleoso che serve a far aderire subito lo stagno al rame. Per fare in modo che il nostro lavoro non si muova possiamo bloccarlo in una intelaiatura di legno fissata al tavolo di lavoro, oppure fermare ogni pezzo nella sua posizione con piccole gocce di stagno fuso. Solo a questo punto si procede alla vera e propria saldatura che va eseguita su entrambi i lati delle facciate della lampada, preferibilmente stendendo lo stagno in un’unica direzione. Consiglio di non indugiare molto sulle saldature perché, se lo stagno si scalda troppo, tende a scoppiare formando delle bolle. Inoltre prestate attenzione a non appoggiare mai la punta del saldatore direttamente sul vetro poiché potrebbe spaccarsi.
Fase finale
Dopo aver saldato tutte le facciate su entrambi i lati si può procedere a saldarle fra di loro, mettendole in forma con l’aiuto di un nastro adesivo di carta che poi rimuoveremo.
A questo punto la lampada è quasi finita! Dovremo procedere lavandola bene con acqua e sapone per togliere i residui grassi di acqua salda e, una volta asciutta, possiamo lasciarla così, con le saldature color stagno oppure decidere di passare una soluzione acida, la patina, per scurirle (in commercio troviamo la patina nera e rame) ed eventualmente un antiossidante. Queste soluzioni vanno strofinate direttamente sulle saldature con uno spazzolino duro facendo molta attenzione perché sono corrosive e tossiche durante la lavorazione, perciò è indispensabile indossare guanti, mascherina e occhiali protettivi. Fatto questo la nostra lampada andrà di nuovo lavata e asciugata e, a questo punto, mancherà solo la parte elettrica che ognuno potrà realizzare come desidera avendo cura di utilizzare lampadine led che non scaldano.
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