Sulla cartapesta e il restauro di un presepe napoletano del 1700
- Posted by Francesca Traversi
- On 28 Ottobre 2020
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- #bottegatte, cartapesta, presepe, restauro
La cartapesta e le sue origini
La cartapesta è un conglomerato di pasta di carta o stracci ottenuto con la loro macerazione in acqua e colla.
L’impasto così ottenuto può essere utilizzato in matrici per stampo precedentemente preparate, o per aggiunta, proprio come in una scultura in creta.
Per questo alla carta e alla stoffa, si affiancano altri materiali utili per creare la struttura portante: legno, paglia, stoppa, gesso, amido.
L’uso di materiali poveri per la realizzazione di oggetti piccoli o grandi risale già al IV secolo a.C.
I Greci utilizzavano la fibra di lino (da cui si ricava la carta), con stucco e colori, per fabbricare maschere teatrali e cultuali , ma anche nell’antica Cina era diffuso l’impiego di materiali analoghi per strutture e oggetti d’uso come scodelle ecc.
Bisogna arrivare alla fine del XIV secolo per avere notizie di questa arte parallela (contigua alla scultura e all’architettura), in Italia.
A Siena, il Vasari cita l’impiego anche di scarti di stoffa, corde e legno per la realizzazione del monumento funebre a Giovanni d’Azzo Ubaldini di Jacopo della Quercia.
Donatello, a Firenze, utilizzava fogli di carta incollati e sovrapposti per alcune sue opere.
La necessità di costruire in breve tempo strutture scenografiche per il teatro ma anche addobbi provvisori per feste e ricorrenze di vario genere, specie col Barocco, fa sì che l’utilizzo della cartapesta abbia un notevole sviluppo nelle architetture “effimere” dal XVII secolo.
A Roma, Gian Lorenzo Bernini e Alessandro Algardi sono tra i più noti architetti che fanno uso della cartapesta per i loro apparati scenografici .
Nel XVIII secolo la tecnica della cartapesta, con tutte le sue varianti, raggiunge una fama particolare a Napoli e Lecce. La grande versatilità di questo materiale lo rende idoneo per realizzare grandi macchine per feste , capitelli, carri per il Carnevale, trofei e arredi sacri, in cui appunto i cartapestai napoletani e leccesi eccellono.
E’ proprio di questo periodo e di questa area geografica, la produzione del presepe di cui ho eseguito il restauro che segue.
Restauro di un presepe napoletano in cartapesta del 1700
Descrizione e stato di conservazione
Il presepe è costituito da una struttura di circa 1 mq e da 12 personaggi alti circa 30 cm. in cartapesta.
La costruzione ,formata da assi di legno alternate, è rivestita di cartapesta ingessata e colorata, ad imitazione della roccia con foglie dipinte ; ne fanno parte il bue e l’asino ugualmente rivestiti , con un riempimento di fibre vegetali. ( vedi foto )
Era in stato di abbandono, coperto di depositi polverosi ed organici; con strappi, fori, rotture e mancanze sia nel fondale che nelle statue (un piede dell’angelo era staccato). Nel tentativo di migliorarlo, erano stati applicati inserti di prato sintetico sulla roccia e sulla base di molti personaggi.
Sotto: dettagli delle dita mancanti di un Re Magio e dell’angelo. Cadute della finitura di gesso e colore sul panneggio di una contadina e piedistallo di un Re Magio coperto da prato posticcio.
Interventi
Dopo una attenta spolveratura e la rimozione degli inserti di prato sintetico, il fondale è stato reintegrato, nelle parti mancanti o strappate, con tasselli in più strati di carta giapponese e colla animale per ridare continuità e solidità alla superficie.
Per la pulitura, sia del fondale che delle statue, sono stati usati batuffolini di ovatta imbevuti in soluzione acquosa di desogen (tensioattivo e fungicida).
Sotto: particolari con saggi di pulitura sui panneggi della Madonna e dell’angelo.
Le mancanze e rotture dei personaggi sono state rintegrate con stucco a base di gesso e colla di coniglio, poi ritoccate con colori a vernice per restauro.
Nelle foto sopra: uno dei Re Magi in fase di stuccatura e dopo il restauro.
Sotto: un pastore in fase di stuccatura e a restauro ultimato . Un altro re Magio prima e dopo la rimozione della ridipintura; il mantello ha riacquistato il suo colore originale.
Le statue del presepe dopo il restauro.
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