Storia della vetrata artistica, parte 3. La rivoluzione di Louis Comfort Tiffany.
- Posted by Cristina Catenacci
- On 12 Ottobre 2020
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Louis Comfort Tiffany, per la sua notevole levatura artistica e le innovazioni tecniche di cui fu artefice, merita decisamente un capitolo tutto per sé nella storia della vetrata.
Charles Lewis Tiffany creò uno dei marchi di lusso fra i più importanti al mondo, la Tiffany & Co. Suo figlio, Louis Comfort Tiffany divenne il miglior designer americano tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, ispirandosi sempre alla natura come tema decorativo per le sue creazioni, fu ammirato per le splendide vetrate e lampade di vetro colorato.
LCT, come veniva chiamato, nacque il 18 febbraio del 1848 a New York. Il grande successo di suo padre gli permise di dedicarsi ai propri interessi, senza doversi preoccupare di nessun problema finanziario.
Dopo il diploma alla Flushing Accademy decise di continuare gli studi di pittura viaggiando per cinque anni, fino al 1869, in Francia, Inghilterra, Spagna, Italia ed Egitto. A Parigi perfezionò i suoi studi con il pittore Leon Bailly.
Tornò a New York nel 1870 carico delle fotografie dei suoi viaggi e di idee da mettere in pratica.
Pur collaborando inizialmente con il padre, rivolse i suoi interessi sempre più verso il vetro, soprattutto verso quello iridescente che aveva avuto modo di vedere negli scavi archeologici in Egitto.
Al contempo sviluppò anche la sua arte pittorica seguendo quello che era il suo estro artistico, influenzato dall’arte orientale e islamica, e dedicandosi alla realizzazione di opere fra le più disparate come le decorazioni per la casa di Mark Twain, nel 1881, l’arredamento di molte stanze della Casa Bianca a Washington e il sipario del teatro Madison Square, tanto ammirato da Oscar Wilde.
Ma a noi LCT interessa soprattutto per la vera e propria rivoluzione che portò nel campo della tecnica costruttiva delle vetrate.
Dopo il periodo di arredatore dell’alta società americana, Tiffany infatti disegnò e progettò vetrate legate a piombo che ebbero un immediato successo, tanto che all’Esposizione di Parigi del 1889 ricevette, oltre al consenso della critica, anche numerose ordinazioni.
Nel 1895 incontrò Siegfrid “Samuel” Bing, il famoso mercante d’arte tedesco naturalizzato francese, fondatore della galleria d’arte e negozio L’Art Noveau-La Maison Bing a Parigi e della rivista Le Japon artistique. Bing gli commissionò una serie di vetrate su disegno di artisti contemporanei, quali Henry Toulouse Lautrec, Pierre Bonnard, Edouard Vuillard, Paul Sérusier, Eugène Grasset.
Qui di seguito alcune immagini delle vetrate di Louis Comfort Tiffany ispirate alla natura.
A Parigi Tiffany scoprì i vetri di Emile Gallé, vetraio e decoratore francese specializzato nel vetro soffiato, fra i più importanti rappresentanti della scuola di Nancy. Gallé realizzava opere in vetro rappresentanti forme della natura, sia floreali che animali, caratterizzate dall’uso di paste vitree delicate nei colori e nelle sfumature. Tiffany ne rimase affascinato.
Quando tornò a New York, con l’aiuto dei suoi chimici, riuscì a mettere a punto un originale vetro iridescente, il vetro Favrile (dall’inglese antico fabrile o dal latino fabrilis, fatto a mano). Il marchio venne depositato nel 1894. Questa iridescenza fa si che la superficie brilli, ma causa anche un certo grado di opacità. L’effetto iridescente del vetro era ottenuto mescolando colori diversi di vetro mentre era incandescente.
“Il vetro Favrile è caratterizzato da colori brillanti o dai toni profondi, solitamente iridescenti come le ali di certe farfalle americane, i colli di piccioni e picchi, le coperture delle ali di vari scarabei.”
Louis Comfort Tiffany
Il vetro opalescente è la base per la gamma di vetri creati da Tiffany. Il termine opalescente si usa comunemente per descrivere un vetro in cui è presente più di un colore, fuso durante la fabbricazione.
Vetro marezzato
Il vetro marezzato è formato da un modello di venature di vetro fissate sulla superficie di un vetro fuso. Tiffany utilizzò questo vetro con tessitura per rappresentare ramoscelli ed erba. Le venature devono essere preparate a partire da pasta di vetro ad alta temperatura, ponendole all’estremità di un’asta di metallo che viene mossa con rapidità avanti e indietro per ottenere venature lunghe e sottili che si raffreddano e solidificano velocemente. Queste striature stirate a mano vengono premute sulla superficie fusa del vetro e si fondono in maniera permanente.
Vetro fratturato
Il vetro fratturato è una lamina di vetro con un modello di forma irregolare, formato da sottili cialde di vetro fissate alla sua superficie. Tiffany lo usò per rappresentare, per esempio, il fogliame visto in lontananza. Le cialde di vetro, chiamate fratture, si preparano con pasta di vetro fuso colorato, collocato all’estremità di un cannello. Si soffia con forza formando una grande bolla fino a che le sue pareti si allungano e si raffreddano rapidamente solidificandosi. Le pareti della bolla si rompono immediatamente in frammenti che vengono premuti sulla superficie rimanendo fusi in modo permanente.
Vetro marezzato-fratturato
Tiffany usò questo vetro per rappresentare, per esempio, rametti, foglie e fili d’erba visti da lontano.
Il processo di lavorazione consiste nella combinazione dei precedenti tipi di vetro, che incorpora filamenti e cialde di vetro, già freddi, alla pasta di vetro caldo durante il processo di laminazione.
Vetro chiazzato
Questo vetro si ottiene mediante un’opacizzazione localizzata, trattata termicamente e un processo di accrescimento dei cristalli. Il vetro chiazzato fu inventato da Tiffany all’inizio del XX secolo. Lo stile distintivo di Tiffany sfruttava vetri contenenti una varietà di motivi come quelli che si trovavano nel vetro chiazzato, e si basava solo in minima parte su dettagli dipinti.
Quando lo Studio Tiffany chiuse nel 1928, la formula segreta per fare il vetro chiazzato andò dimenticata e perduta. Il vetro chiazzato fu riscoperto alla fine degli anni 1960 da Eric Lovell della Uroboros Glass. Viene usato tradizionalmente per dettagli organici sulle foglie e altri elementi naturali, nonché per composizioni astratte.
Vetro striato
Questo è un vetro che ha una tessitura con onde marcate sulla superficie. Tiffany fece uso di questo tipo di vetro per rappresentare, per esempio, acqua o venature di foglia.
Vetro plissettato
Il vetro plissettato è molto particolare perché imita le pieghe dei tessuti. Tiffany fece uso abbondante di questo vetro nelle vetrate istoriate delle chiese per aggiungere un effetto tridimensionale alle tuniche e alle ali d’angelo fluttuanti, e per imitare la ruvidezza naturale dei petali.
La fabbricazione del vetro plissettato richiede abilità ed esperienza. Un rullo manuale di piccolo diametro viene manipolato con forza su una lamina di pasta di vetro per produrre pesanti increspature, che si raddoppiano piegando la lamina. Le increspature diventano rigide e permanenti quando il vetro si raffredda. Ogni lamina prodotta a partire da questo processo artigianale è unica.
Il successo di Tiffany fu immediato, soprattutto dopo l’Esposizione Universale di Parigi del 1900, e la richiesta aumentò vertiginosamente, nonostante i prezzi fossero molto elevati.
LCT venne riconosciuto come l’esponente principale dell’Art Noveau americana.
Tra i vetri di Tiffany più famosi per il design, vi sono i “vasi a forma di fiore”, i “vasi a collo di cigno”, i vasi della serie Jack in the Pulpit, in vetro iridescente oro o blu, che rappresentano spettacolari corolle di fiori dal bordo ondulato inclinato su un lato.
Ma è all’illuminazione che Tiffany volse principalmente la sua ricerca, ed è proprio questo il campo in cui raggiungerà risultati altissimi, sia per l’originalità del design che per la nuova tecnica che mise a punto per la legatura del vetro e che di qui in poi porterà il suo nome.
La sua è certamente la tecnica più celebre di lavorazione artistica del vetro, entrata nel mito proprio come simbolo dell’eleganza della fine dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento.
Si tratta di una variante della legatura a piombo per assemblare i pezzi di vetro. Le singole parti, in passato montate su trafilati di piombo, venivano bordate con nastri di rame sui quali poi si fondevano lo stagno e il piombo che conferivano all’oggetto la caratteristica bombatura delle linee. Questi materiali, più duttili e versatili, gli consentirono di creare oggetti anche tridimensionali e non solo in piano, di sperimentare nuove forme, come le curve, di inserire altre tipologie di materiali, come il metallo o minerali, e di creare oggetti come lampade e oggettistica di piccole dimensioni.
Tra le lampade da tavolo più apprezzate è Dragonfly, in vetro opalescente e vetro Favrile. Il paralume è decorato con libellule rosse dalle ali spiegate su fondo color giallo e verde smeraldo, con applicazioni di jewel glass. Disegnata dalla collaboratrice di Tiffany Clara Driscoll per l’Esposizione Universale di Parigi del 1900, dove riceve il Gran Prix, la lampada è realizzata anche in altre versioni dal disegno leggermente modificato e in altri colori (comprese le basi che sono intercambiabili, come per quasi tutti gli altri modelli).
Altra nota disegnatrice è Curtis Freshel, creatrice della famosa lampada Wisteria, del 1900 (grappoli di fiori di glicini bianchi e azzurri poggiano su una base in bronzo che rappresenta il tronco con le radici e si ramifica fino alla parte superiore del paralume). Della stessa autrice la lampada Grapevine, sorella della Wisteria, per forma e dimensioni (foglie e grappoli d’uva formano lo straordinario paralume sostenuto da uno stelo in bronzo che imita il tronco legnoso della vite). Un capolavoro disegnato dallo stesso Tiffany è la lampada Poppy in vetro opalescente e vetro Favrile. Il paralume è decorato con papaveri rosso-arancione e con foglie verdi. Le venature delle foglie sono sottolineate in bronzo filigranato applicato all’interno del paralume, mentre gli stami e i pistilli dei fiori sono evidenziati da bronzo applicato all’esterno sul vetro. La base è in bronzo.
Nel 1902, all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative e Moderne di Torino, a Tiffany viene assegnato il Grand Prix per la lampada Lily (nelle versioni da tavolo e da terra).
Negli anni Venti del secolo scorso, con il progressivo calo di interesse nei confronti dell’Art Noveau, Tiffany ridusse progressivamente la sua attività e si dedicò sempre di più alla Fondazione per giovani artisti, che aveva creato e che portava il suo nome.
Nel 1928 la fabbrica di Corona, che non produceva più nulla di nuovo, è costretta alla chiusura.
Louis Comfort Tiffany morì il 17 gennaio del 1933, un anno dopo il fallimento della sua ditta Tiffany Studios. Fu sepolto nel cimitero di Green Wood a New York.
Scomparse l’uomo ma la sua arte e le sue creazioni rimasero immortali.
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