Restauro di un dipinto su tela del XVII secolo
- Posted by Francesca Traversi
- On 21 Ottobre 2020
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Oggi vi parlerò del restauro di una pala d’altare, d’autore ignoto, databile intorno alla fine del XVII secolo.
Il termine “pala d’altare” viene dall’uso di porre appunto, sopra l’altare, nelle chiese cristiane, tavole dipinte con figure di genere religioso. Dall’ originario utilizzo del legno , tra l’ XI e il XV secolo come supporto (icone, polittici ),in seguito si passa alla realizzazione, (diffusa dalle Fiandre, poi a Venezia e in Italia), di grandi dipinti ad olio su tela. Dal XVI secolo in poi questa tecnica si afferma per la sua versatilità, facilità di trasporto e resistenza a condizioni ambientali avverse, come l’umidità etc.
Questo grande dipinto rappresenta la Madonna col Bambino benedicente tra angeli e cherubini.
Altri elementi iconografici sono poi la sfera, simbolo della salvezza del mondo , nella mano di Gesù, la corona su Maria, retta dagli angeli e la falce di luna su cui poggia i piedi, simbolo di castità. La tela è alloggiata sopra l’altare maggiore in una struttura architettonica barocca con colonne in stucco.
Stato di conservazione
Il dipinto, (come si può vedere dalle foto che seguono), versava in uno stato di degrado notevole: la tela, a trama larga e costituita da più inserti, si presentava fragile, con lacune in più punti e con la struttura ormai priva di tensione su un vecchio telaio non originale e inutilizzabile. Sul retro erano presenti vecchie toppe .
Lo strato pittorico, in alcune parti perduto, con strappi e cadute di colore, era offuscato da depositi polverosi e vernici alterate.
Interventi
Nella conservazione delle opere antiche si deve partire dal presupposto di intervenire con materiali idonei, compatibili con l’originale, e soprattutto reversibili, ovvero che permettano di essere rimossi un domani , senza danneggiare l’originale.
Foderatura
La foderatura consiste essenzialmente nell’applicare sul retro del dipinto,(solo qualora le sue condizioni di estremo degrado lo richiedano), una nuova tela di supporto con analoghe caratteristiche a quella originale per trama e spessore.
Per prima cosa quindi, una volta rimosso il dipinto dal telaio, si è proceduti con la velinatura, anche per proteggerlo dalle successive manipolazioni in fase di restauro.
La velinatura consiste nell’applicazione di carta giapponese con colla di coniglio su tutta la superficie pittorica. La colla, come vedremo in seguito, funziona da consolidante della pellicola pittorica.
Una volta protetto, il dipinto è stato girato per intervenire sul retro pulendolo con carte leggermente abrasive e bisturi.(vedi foto)
Successivamente si è stesa sul retro uno strato di colla pasta,(di origine naturale e reversibile), ed è stata applicata la nuova tela, precedentemente tirata su un telaio provvisorio, adagiandola sulla vecchia ed aggiungendo altra colla pasta premendo con una spatola in legno (pressoio) .
Una volta asciugata la tela e riposizionata sul verso dipinto, la stiratura a caldo permetterà una ulteriore e migliore adesione del supporto e della pellicola pittorica precedentemente velinata con colla di coniglio.
La tela così foderata è stata quindi rimontata su un nuovo telaio.
A questo punto si è potuta rimuovere la carta giapponese con spugne imbevute di acqua tiepida, per procedere alla pulitura del quadro.
Pulitura
La pulitura richiede sempre prove su piccole porzioni, per accertarsi, gradualmente, dell’adeguatezza del mezzo da impiegare.
In questo caso si è utilizzato un tensioattivo con ammonio carbonato in soluzione acquosa , rimosso mediante batuffoli di ovatta con acqua distillata. Le foto seguenti mostrano alcuni dettagli in fase di pulitura
Stuccature e ritocco
Le lacune e le cadute di colore sono state stuccate con gesso e colla di coniglio, e ritoccate con acquarelli e colori a vernice per restauro.
Il dipinto è poi stato protetto con una vernice finale per restauro.
Nelle foto seguenti alcuni particolari dopo il restauro.
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