
Lavorare con il Feltro
- Posted by Cristina Catenacci
- On 21 Luglio 2020
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L’infeltrimento della lana è una tecnica antichissima che risale addirittura alla preistoria e precisamente al neolitico, quando l’uomo iniziò a coltivare e ad allevare gli animali.
Il feltro non è un tessuto ma viene prodotto con l’infeltrimento delle fibre che sono prevalentemente di origine animale (si usa soprattutto la lana cardata di pecora, ma va bene qualsiasi tipo di pelo) e si possono utilizzare anche fibre vegetali come la canapa e il bambù, anche se con risultati diversi.
Per ottenere l’infeltrimento da sempre si usa l’acqua (meglio se calda e con l’aggiunta di sapone), in questo modo le fibre bagnate, manipolate, massaggiate, pressate, sbattute, si legano tra di loro e questo processo è progressivo e irreversibile.
Il feltro così ottenuto è caldo, leggero e impermeabile. Si usa per abiti, cappelli, calzature, borse, coperte, tappeti, lampade, tende (le yurte della Mongolia sono di feltro), cucce per animali e tanto altro ancora.
Più recente e meno conosciuta è la tecnica del feltro ad ago (needle felt) che nasce negli Stati Uniti alla fine del secolo scorso.
Per infeltrire la lana cardata non si utilizza l’acqua, ma si lavora “a secco”, con l’uso di appositi aghi per mezzo dei quali, punzecchiando ripetutamente la nuvola di lana, si arriva a creare forme e volumi proprio come in un processo scultoreo.
Si impiega per realizzare oggetti in tre dimensioni, dal piccolo artigianato alla vera e propria opera d’arte.
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