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Conosciamo la storia del Patchwork n° 3

Conosciamo la storia del Patchwork n° 3

  • Posted by Nadia Bove
  • On 2 Ottobre 2020
  • 0 Comments
  • Appliquè, Hawaiano, Patchwork, quilt

Nell’articolo precedente, avevamo raggruppato le tecniche del patchwork in quattro grandi categorie; oggi parleremo della tecnica dell’appliqué, dal francese appliquer cioè “applicare”, anche questa tecnica nasce dall’esigenza di rammendare i vestiti o coperte usurate non limitandosi al solo rammendo, ma valorizzando il capo da riparare.

Qui è d’obbligo una precisazione importante. Un quilt è una realizzazione tessile composta da quattro elementi: TOP, IMBOTTITURA e RETRO tenute insieme da una cucitura decorativa chiamata “QUILTATURA”. Da qui il termine “QUILT”. Nessuna di queste 4 componenti è da sottovalutare! Ognuna a suo modo è importante e fondamentale per realizzare un buon lavoro.

L’elemento sul quale ci focalizziamo è il TOP.

Torniamo all’Appliquè, questa tecnica consiste nel tagliare dei pezzi di stoffa secondo un disegno prestabilito e cucirli su una stoffa di fondo. In origine è stato un mezzo per adoperare ritagli di vecchi abiti o di coperte, ma anche valorizzare al massimo piccoli pezzi di tessuti lussuosi, come potete capire, la necessità di usare e ottimizzare al massimo quanto si aveva, ha dato vita ad una vera e propria forma d’arte grazie ai suoi motivi pittorici e decorativi. All’inizio del XIX secolo le donne l’utilizzarono per mostrare il loro talento, grazie a questa tecnica, potevano assemblare più facilmente delle forme curve, difficili da fare con il patchwork. Ben presto cominciarono ad apparire motivi sempre più elaborati con: fiori, uccelli e frutta. I Quilt di matrimonio “Baltimora”, composti da blocchi ornati con motivi floreali e patriottici, sono un esempio tipico di quest’arte.

Alcune immagini di esempio

Immagini di due miei lavori; il primo mi è stato commissionato per un lettino da bambina e l’altro un quilt da neonato.

Ovviamente nel tempo, la tecnica dell’Appliqué ha subito un evoluzione e a seconda della popolazione ed etnia ha sviluppato diversi motivi. Furono i missionari americani arrivati nelle isole Hawaii ad insegnare alla popolazione autoctona il patchwork e la quiltatura (XIX secolo). Svilupparono un loro stile molto originale, caratterizzato da un gran motivo appliqué chiamato “Kapa Lau” cucito su una stoffa di fondo. Questi motivi ricordano molto i fiocchi di neve fatti di carta usando la stessa tecnica di piegatura, la stoffa è piegata più volte e taglaita in più spessori. I disegni si ispiravano alla vita quotidiana: fiori, foglie, frutta. I disegni personali venivano custoditi gelosamente dalle donne ed era considerato scorretto copiare un disegno altrui. Per tradizione sono realizzati in due colori, generalmente blu o rosso su fondo bianco.

Di seguito alcuni esempi:

Un altro esempio di questa tecnica ci viene dalle artigiane e artiste giapponesi, notoriamente pazienti e certosine nelle loro creazioni, qui ritroviamo elementi come il ricamo, gli origami insieme alle tecniche classiche del Patchwork, ma siccome l’argomento è vasto  e merita più attenzione, lo riserviamo alla settimana prossima.

Riferimenti storici tratti dal libro: Enciclopedia e tecniche di Patchwork e Quilting, di Katherine Guerrier

Immagini tratte dal web

Immagini personali di “Nadiù”

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