Continua la storia del ritratto pittorico
- Posted by Francesca Traversi
- On 2 Dicembre 2020
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- allegorico, Cinquecento, manierismo, pittrici, ritratto, Seicento
Il ritratto nel 1500 conquista un posto privilegiato nella cultura europea, seguendo stili e committenze differenti.
Sofonisba Anguissola, forse una delle prime pittrici ad essere riconosciuta internazionalmente, nel dipinto che segue ritrae le sorelle e un’anziana ancella durante una partita a scacchi.
La descrizione minuziosa dei particolari è ancora tra gli elementi che stupiscono l’osservatore; dal paesaggio nello sfondo alle stoffe, alle acconciature. Ma quello che colpisce è la varietà espressiva nei visi, il riso quasi contagioso della bambina più piccola.
C’è poi un movimento circolare degli sguardi, dalla più giovane fino ad arrivare all’osservatore.
In ambito ritrattistico riso o pianto erano ben poco considerati, il soggetto era ripreso sempre in maniera formale o meglio nella sua forma più opportuna a seconda del rango e della possibilità e capacità dell’artista di coglierne qualche aspetto caratteriale.
Anche Raffaello, qualche anno prima, pure nella sua concezione generalmente più idealizzante del ritratto, aveva dipinto opere che esprimono una nuova esigenza di realismo . Nel ritratto del cardinale Inghirami non si preoccupa di nascondere il marcato strabismo del prelato. Questo difetto diventa, anzi ,un elemento caratterizzante in un personaggio reale, sicuro del suo ruolo storico-politico.
Dalla ricerca di realismo fisiognomico alla espressività narrativa capace di rappresentare stati d’animo nuovi, nel campo della ritrattistica: il doppio ritratto di Giorgione, sembra quasi un pretesto per esprimere e dare rilievo a sentimenti differenti.
I due giovani, uno con atteggiamento sognante e l’altro dietro di lui quasi in contrapposizione, sembra volerci riportare alla realtà .
Parallelamente alla ritrattistica di tipo più aulico di Tiziano,( qui ne vediamo il ritratto equestre di Carlo V), si sviluppa, in Italia, la tendenza alla rappresentazione di un’idea, più che di una realtà oggettiva.
Si afferma il ritratto allegorico, che prende spunto dalla mitologia classica, per rappresentare i committenti nelle vesti più disparate di divinità greco- romane e sarà diffuso, soprattutto fra la nobiltà, in tutta Europa fino al Settecento.
Dal Manierismo del 1500 a tutto il 1600, la ritrattistica in Europa ha avuto come esponenti grandi artisti , da Lavinia Fontana a Caravaggio a Artemisia Gentileschi, Velasquez, Judith Leyster, Rubens, Van Dick, Rembrant, ecc.
In tutti i casi è spesso l’autoritratto a permettere una più libera interpretazione ma è interessante vedere come, la rappresentazione di se , varii da una introspezione emotiva tragica (Caravaggio, Rembrant),dovuta alle vicende che ne hanno segnato le vite, a una più oggettiva e composta (Rubens).
Si fa strada , nel ritratto, una ricerca espressiva e comunicativa che supera i dettami della bellezza formale per diventare, come qualcuno ha detto : da ” finzione assoluta a verità inconscia”.
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